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    Finalmente in arrivo il domicilio digitale?

    di Elga Apostoli

Tra le innovazioni che coinvolgono la Pubblica Amministrazione una di sicuro interesse è quella relativa al domicilio digitale. Si tratta di una tecnologia e uno standard certificato che consentono di poter recapitare comunicazioni in modo certo e sicuro ad uno specifico destinatario. Una evoluzione della PEC se vogliamo, o meglio una sua integrazione in grado di renderla più attendibile e codificata all’interno di un sistema normato. Il domicilio digitale era stato già anticipato da precedenti programmi pubblici ma ora è stato definitivamente sancito nell’ambito del nuovo CAD, codice per l’amministrazione digitale. Il nuovo servizio dovrebbe essere disponibile la prossima estate e sarà reso come opzionale e non come obbligo, secondo un preciso approccio all’innovazione espresso dal legislatore. Il domicilio digitale sarà attivato attraverso lo SPID e la PEC, con questi due strumenti il cittadino potrà eleggere come domicilio la propria casella di posta certificata e ricevere dalle PA soggette al CAD solo comunicazioni digitali. Ovviamente la stessa tecnologia potrà essere utilizzata anche da privati.

Ovviamente i benefici di questa innovazione sono tanti e di facile comprensione: le PA potranno risparmiare milioni di Euro l’anno e non solo per la mancata produzione di carta ma soprattutto per i vantaggi indiretti connessi all’utilizzo di messaggi digitali, prodotti, archiviati e reperibili attraverso sistemi informativi e applicazioni digitali. Eliminato l’anello materiale, i processi divengono più agili ed efficienti, si possono integrare in sistemi diversi, come quelli legati all’utilizzo di device come gli smartphone. Un sistema di certificazione e distribuzione condiviso consente inoltre di sviluppare nuove applicazioni per il cittadino, potendo contare su modalità di identificazione e recapito certe e riconosciute.

Il domicilio digitale è legato anche ad una delle innovazioni previste nel Regolamento europeo eIDAS (Regolamento UE 910/2014), laddove lo stesso introduce il SERC, servizio elettronico di recapito certificato. Questo sarà un sistema che, di fatto, supererà la PEC e che il succitato CAD prevede infatti in modo alternativo alla stessa PEC per l’attivazione del domicilio digitale.

Per approfondimenti

Come funzionerà il nostro domicilio digitale, tra cittadino e PA

Servizio elettronico di recapito certificato, cos’è e perché potrebbe pensionare la Pec

Il CAD numero 6 è in Gazzetta Ufficiale, che succede ora

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