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    Da Pavia la call per ricostruire con la tecnologia gli affreschi distrutti da un sisma

    'DAFNE' cerca le migliori soluzioni virtuali per informatizzare le tecniche di restauro

    di Redazione Open Innovation | 29/04/2019

Si chiama DAFNE, come la sacerdotessa della madre Terra che nella mitologia greca scelse di farsi trasformare in albero per sfuggire a un Apollo accecato dall’amore. Ed è grazie a essa  che l’Università di Pavia ha trovato una nuova strada, capace di coniugare ricerca di tradizione e innovazione tecnologica per contribuire alla ricostruzione degli affreschi distrutti dai terremoti. L’Università di Pavia è, infatti, la capofila della competizione internazionale battezzata, appunto, “DAFNE: Digital Anastylosis of Frescoes challeNgE” e finalizzata a reperire nuove soluzioni tecnologiche virtuali utili al recupero e alla ricostruzione del patrimonio artistico compromesso dagli eventi sismici.

Questa sfida internazionale, spiega l’Università, nasce per contribuire alla conservazione del patrimonio storico artistico devastato dal terremoto – in particolare affreschi - con lo scopo specifico di individuare uno strumento adeguato a una ricostruzione virtuale, che possa fungere da guida e ausilio ai restauratori nella successiva fase concreta di ricostruzione reale.

Alla base del progetto c’è l’anastilosi, tecnica di restauro applicata a opere d’arte, edifici o monumenti demoliti, realizzata mettendo insieme gli elementi originali ancora esistenti raccolti da un sito distrutto. In questo caso, trattandosi di affreschi si tratta di ricostruire una sorta di “puzzle”, che presenta però molte criticità, dovute alla mancanza di continuità dei frammenti raccolti, al fatto che alcuni pezzi sono andati irrimediabilmente persi, alla mancata corrispondenza dei bordi dei frammenti, alle interferenze con pezzi di affreschi limitrofi coinvolti nel crollo.

Scopo del concorso DAFNE è raccogliere soluzioni che consentano di ricomporre un insieme ̶ generalmente cospicuo  ̶  di frammenti, raccolti e catalogati dopo l’evento sismico distruttivo. Inizialmente nata con l’obiettivo di coinvolgere nella ricomposizione soggetti autistici ad alto spettro cognitivo, favorendone l’inclusione in attività produttive che ne promuovano le peculiarità (i soggetti autistici infatti riescono a 'pensare per immagini' e quindi a ricomporre mentalmente quel 'puzzle' che non tutti riescono a 'vedere'), la competizione si è allargata coinvolgendo le comunità mondiali di Computer Vision e Pattern Recognition. Ora, dunque, si punta a sfruttare le nuove tecnologie per ‘informatizzare’ le tecniche di restauro sfruttando le potenzialità del machine learning e deep learning.

Tre i premi messi in palio nell’ambito della call internazionale: uno ‘metrico’ (del valore di 4 mila euro) per la soluzione migliore valutata sulla base dell’area correttamente ricoperta; un premio di inclusione (2 mila euro) riservato a soggetti autistici e un terzo tecnologico (2 mila euro) per l’applicazione informatica più innovativa.

La competizione è sponsorizzata da sei diverse istituzioni: undici Distretti del Rotary; CVPL (Italian Association for Computer Vision, Pattern Recognition and Machine Learning); AICA (Associazione italiana per l’Informatica e il Calcolo Automatico); Autism Laboratory – Università di Pavia; EVA FLORENCE (Electronic Imaging & the Visual Arts – Florence); CVML (Computer Vision & Multimedia Lab) – Università di Pavia.

Per la prima fase di apprendimento sono state simulate oltre mille frammentazioni di affreschi noti, da ricomporre. Le registrazioni online dei partecipanti sono aperte fino al prossimo 31 maggio, mentre dal 3 giugno scatterà la seconda fase e quindi verranno messe in rete le frammentazioni su cui basare la valutazione del premio.

Il bando completo è disponibile all’indirizzo http://vision.unipv.it/DAFNE

 

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