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    Biodiesel sostenibile e più economico con il progetto Converge guidato dal PoliMi

    Costi abbattuti di oltre il 10%. Finanziato da Horizon 2020 con 5 milioni di euro

    di Redazione Open Innovation | 05/06/2019

Biodiesel sostenibile e a costo più basso. Questo l’obiettivo del progetto Converge (CarbON Valorisation in Energy-efficient Green fuels) coordinato dal Politecnico di Milano. Un progetto di ampio respiro e di orizzonte europeo,  con 8 Paesi coinvolti, finanziato con 5 milioni di euro all’interno del Programma quadro di ricerca e innovazione Horizon 2020 dell’Unione Europea.

Tecnologie innovative

Il pregio di Converge sta anche nell’aver fissato traguardi molto precisi. Grazie a tecnologie innovative, verrà aumentato l’utilizzo delle biomasse secondarie dall’attuale 0,1% al 12%, andando ad abbattere i costi di oltre il 10%. In questo modo, il carburante prodotto diventerà finalmente competitivo nel confronto con i combustibili fossili.

Ma quali sono nello specifico queste tecnologie? La maggiore efficienza nella conversione della biomassa in carburante verrà garantita dalla gassificazione della biomassa secondaria, da conversione e separazione dell’idrogeno dall’anidride carbonica, infine dalla purificazione e compressione dell’idrogeno per un processo più efficiente di produzione del metanolo, il precursore del biodiesel.

Il punto di partenza è dato da biomassa secondaria, ovvero sottoprodotti della produzione di fibre, di alimenti o rifiuti agricoli. 

Un processo ‘green’ per limitare l’aumento delle temperature

Il nuovo processo prevede anche l’obiettivo di emissioni negative: la CO2 che era stata precedentemente prelevata dall’atmosfera dalle piante sarà isolata in quel che in inglese viene definito Bio Energy with Carbon Capture and Storage (BECCS), tecnologia riconosciuta dall’Intergovernamental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite.

In pratica, le tecnologie BECCS sono basate sulla coltivazione o sulla raccolta di biomassa, con la conseguente rimozione di carbonio dall’atmosfera per produrre successivamente energia, mentre la CO2 derivante dalla combustione della biomassa viene catturata e iniettata in formazioni geologiche adatte: “Siccome il combustibile utilizzato nel processo è biomassa secondaria – spiega il Politecnico – la cattura dell’anidride carbonica consente di ‘confinare’ la CO2 che era stata precedentemente prelevata dall’atmosfera dalle piante”.

Sfida di respiro europeo con traguardo fissato al 2022

La sfida di Converge è di quelle ambiziose, tanto che lavoreranno al progetto due università, tre centri di ricerca e cinque aziende in tutta Europa: dall’Olanda alla Slovenia, passando per la Romania, i Paesi Bassi, la Svezia, la Slovacchia e la Spagna.

Questi, nel dettaglio, i componenti del consorzio Converge: TNO (Olanda), Kemijski Institut (Slovenia), Universitatea Babes Bolyai (Romania), Hyet Hydrogen (Paesi Bassi), Institutt for energiteknikk (Norvegia), Campa Iberia (Spagna), Biorecro (Svezia), Ca.Re. For Engineering (Italia) e Enviral (Slovacchia).

Il progetto, avviato nel novembre 2018, terminerà nel 2022.

 

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